Trattamento della fibrillazione atriale in ambiente ospedaliero: il controllo del ritmo rispetto al controllo della frequenza
Uno studio di ricercatori della Duke University Medical Center a Durham, ha valutato la strategia di controllo del ritmo con la strategia del controllo della frequenza, e l’impiego di anticoagulanti.
I pazienti trattati con farmaci antiaritmici, o sottoposti ad ablazione, a cardioversione per fibrillazione atriale sono stati classificati come controllo del ritmo, mentre i pazienti trattati con beta-bloccanti, calcioantagonisti, Digossina, sono stati classificati come controllo della frequenza.
Sono state studiate 155.731 ospedalizzazioni. Di queste, il 48% si riferiva al controllo del ritmo, ed il 52% al controllo della frequenza.
Erano associati a più bassi odds di controllo del ritmo l’essere in cura da un medico non-cardiologo ( odd ratio aggiustato, OR= 0.33 ) e l’età superiore ai 65 anni ( OR aggiustato = 0.87 ).
La cardiomiopatia ipertrofica era associata ad un più grande odds ( OR aggiustato: 2.3 ) di controllo del ritmo.
L’impiego di Warfarin è risultato maggiore nel gruppo controllo del ritmo, rispetto al controllo della frequenza ( OR aggiustato =1.56 ), e l’uso dell’anticoagulante era maggiore con punteggio CHADS2 maggiore o uguale a 2 ( OR non aggiustato:1.21 ).
In conclusione, le strategie per il controllo del ritmo e della frequenza sono impiegate in ugual misura nei pazienti ospedalizzati per fibrillazione atriale.
Il maggior uso della strategia per il controllo della frequenza con l’aumento dell’età, era in linea con le raccomandazioni, ma altre, come il minor impiego del Warfarin nel controllo della frequenza, non lo erano. ( Xagena_2008 )
Allen La Pointe NM et al, Am J Cardiol 2008; 101 : 1134-1141
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