Ablazione circonferenziale della vena polmonare nella fibrillazione atriale cronica
Uno studio, coordinato da Hakan Oral della Michigan University di Ann Arbor, ha valutato l’ablazione circonferenziale della vena polmonare nel trattamento della fibrillazione atriale cronica.
Un totale di 146 pazienti di età media 57 anni, affetti da fibrillazione atriale cronica, sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Amiodarone ( Cordarone ) e sottoposti a 2 cardioversioni durante i primi 3 mesi, solamente ( gruppo controllo ), oppure in combinazione con l’ablazione circonferenziale della vena polmonare.
< br> Il ritmo cardiaco dei pazienti è stato monitorato mediante trasmissioni telefoniche giornaliere per 1 anno.
Tra i 77 pazienti assegnati all’ablazione circonferenziale della vena polmonare, l’ablazione è stata ripetuta a causa di episodi di fibrillazione atriale recidivante nel 26% dei pazienti e a causa di un flutter atriale atipico nel 6%.
L’analisi intention-to-treat ha mostrato che il 74% dei pazienti nel gruppo ablazione ed il 58% nel gruppo controllo erano liberi da fibrillazione atriale recidivante o di flutter senza terapia con farmaci antiaritmici ad 1 anno ( p = 0.05 ).
Tra i 69 pazienti del gruppo controllo, il 77% ( n = 53 ) sono stati successivamente sottoposti ad ablazione circonferenziale della vena polmonare e solo il 4% ( n = 3 ) è rimasto in ritmo sinusale senza terapia antiaritmica o ablazione.
E’ stata osservata una diminuzione significativa del diametro atriale sinistro ( in media 12%; p < 0.001 ) e del punteggio di gravità dei sintomi ( in media 59%; p < 0.001 ) tra i pazienti che sono rimasti in ritmo sinusale dopo ablazione circonferenziale della vena polmonare.
I dati dello studio hanno mostrato che il ritmo sinusale può essere mantenuto nel lungo periodo nella maggioranza dei pazienti con fibrillazione atriale cronica per mezzo dell’ablazione circonferenziale della vena polmonare, indipendentemente dagli effetti della terapia con il farmaco antiaritmico, dalla cardioversione o di entrambi.
Il mantenimento del ritmo sinusale è associato ad una riduzione significativa sia della gravità dei sintomi che del diametro atriale sinistro. ( Xagena_2006 )
Oral H et al, N Engl J Med 2006; 354: 934-941
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Cardio2006