I farmaci anticoagulanti nella fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale ( FA ) è la più comune delle aritmie cardiache con un’incidenza che aumenta all’aumentare dell’età.
Nei soggetti con più di 69 anni la prevalenza di fibrillazione atriale è compresa tra il 5 e l’8%, contro lo 0.5% nelle persone di età compresa tra i 25 e i 35 anni.

L’ictus ed il tromboembolismo sono le principali cause di morbilità-mortalità associate alla fibrillazione atriale.
Alla base c’è uno stato protrombotico o di ipercoagulabilità, associato sia ad anomalie del flusso sanguigno ( stasi striale), sia a danni endoteliali e dell’endocardio.

Nel 2001 la Cochrane ha pubblicato una revisione sistematica sulla terapia anticoagulante ed antiaggregante nella fibrillazione atriale.

Da questa analisi è emerso che l’impiego del Warfarin ( Coumadin ) nei soggetti con fibrillazione atriale ha evitato, rispetto al placebo, 6 ictus ogni 100 pazienti trattati.
Di contro, il rischio di emorragie maggiori dopo trattamento con Warfarin è aumentato di 2.4 volte, sempre rispetto al placebo.

Gli studi che hanno valutato l’Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) non hanno portato ad alcun risultato definitivo.

Dal confronto tra Warfarin ed Aspirina è risultato che il Warfarin permette di evitare 2 ictus ogni 100 soggetti trattati rispetto all’impiego dell’Aspirina, con un modestissimo aumento del rischio di emorragie maggiori.

Il trattamento con Warfarin a dosaggio aggiustato ha evitato 5 ictus per ogni 100 pazienti trattati, rispetto all’Aspirina associata a basse dosi di Warfarin.
L’incidenza di emorragie maggiori è risultata sostanzialmente sovrapponibile nei due bracci di trattamento.

I risultati della revisione hanno indicato che assumendo un rischio di base pari a 45 ictus per 1000 pazienti con fibrillazione atriale/anno, l’impiego del Warfarin è in grado di prevenire 30 ictus , causando 6 eventi emorragici maggiori, mentre l’Aspirina può prevenire 17 ictus, senza aumentare il rischio emorragico.

Pertanto, i soggetti ad alto rischio di ictus ( inclusi gli anziani ) possono beneficiare del trattamento con Warfarin, mentre per i soggetti a basso rischio potrebbero essere utile l’assunzione di Aspirina, anche se le evidenze non sono conclusive.

Nonostante sia chiara l’evidenza di efficacia del Warfarin nella prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale, il farmaco è poco utilizzato.
Uno dei motivi dello scarso utilizzo del Warfarin è la necessità di uno stretto monitoraggio di valori di INR.
Allo stato attuale delle conoscenze è considerato ottimale un range di INR compreso tra 2 e 3. ( Xagena_2005 )

Fonte: Bollettino d’Informazione sui Farmaci, 2005




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